Tecnologie Alimentari

ll corso si propone la definizione di una figura professionale capace di affrontare problemi tecnico-scientifici nel campo chimico-biologico con specifiche competenze nel controllo igienico-ambientale delle fasi di stoccaggio, lavorazione, conservazione e distribuzione delle derrate alimentari.

Il Perito Tecnico Industriale per le Tecnologie-Alimentari è in grado di:

  • procedere ad esami analitici delle materie prime alimentari e dei prodotti derivati con specifico riferimento alle norme di legge;

  • assumere responsabilità di dirigenza esecutiva nella lavorazione degli alimenti con particolare riferimento alla condotta, controllo e funzionamento degli impianti destinati alla elaborazione, trasformazione e conservazione degli stessi;

  • analizzare e controllare il rapporto ambiente-fonti alimentari in relazione all'inquinamento e alla qualità dei prodotti.

Lo studio teorico trova riscontro in attrezzati ed efficienti Laboratori, dove vengono eseguite esercitazioni pratiche attinenti all'analisi chimica e microbiologica, all'impiantistica e all'inquinamento ambientale.

Il settore alimentare è investito da una consistente capacità innovativa a sperimentare e produrre nuovi tipi di macchine e processi, tendenti in linea generale a passare da processi di trattamento chimico a trattamenti fisici e/o enzimatici, che consentano di ottenere prodotti qualitativamente migliori.

DISCIPLINE
Lingua e lettere italiane 3 3 3
Storia 2 2 2
Lingua straniera 2 2 2
Elementi di Diritto - - 2
Matematica 4 3 -
Fisica applicata 3 - -
Elettrotecnica - 2 (2) -
Microbiologia 3 (3) 3 (3) 3 (3)
Chimica organica 4 (2) - -
Chimica degli alimenti - 3 (2) 4 (2)
Complementi di chimica 3 3 3
Analisi chimica 6 (3) 6 (4) 7 (6)
Tecnologia e Impianti Alimentari 3 6 (2) 7 (4)
Educazione fisica 2 2 2
Religione-Attività Alternative 1 1 1
TOTALE ORE SETTIMANALI 36 (8) 36 (13) 36 (15)

Questa tendenza si incontra con le esigenze di sempre più vasti settori di consumatori, già preoccupati per la sorte dell’ambiente in cui vivono, che vedono l’alimentazione attuale come un rischio in più per la loro salute e spingono quindi nella direzione di avere la disponibilità di alimenti più sicuri dal punto di vista igienico-sanitario e più rispondenti alle loro esigenze nutrizionali.

All’interno di questa tendenza trovano collocazione alcuni obiettivi che già investono consistenti comparti produttivi ed istituzionali così riassumibili:

  • la diversificazione sia nell’ambito di prodotti convenzionali che nella creazione di nuovi tipi di alimenti;

  • il miglioramento dei rendimenti di lavorazione e della affidabilità dei processi di trasformazione, con riduzione dei tempi morti, degli interventi manuali, dei momenti di sforzo;

  • il miglioramento della qualità, con un maggior controllo chimico e microbiologico delle materie prime e dei prodotti finiti, con la riduzione del danno termico, con una migliore stabilità.

Di fronte a questa spinta innovativa, uno dei fattori di freno può essere la carenza di personale preparato professionalmente, da qui la necessità di una formazione adatta a seguire l’evoluzione delle competenze tecniche e scientifiche in campo alimentare. Il profilo professionale deve essere, quindi, il più possibile polivalente, caratterizzato cioè sia da una più solida preparazione di base nell’ambito biochimico alimentare sia da capacità di valutazione critico del comparto alimentare.

Al termine dei suoi studi, il tecnologo alimentare dovrà:

  • possedere un ampio spettro di conoscenza che ne consenta, in prospettiva, la mobilità nell’ambito produttovo-istituzionale;

  • essere in grado di cogliere il carattere problematico delle situazioni nuove, esprimendo a livello delle proprie competenze, capacità di iniziativa e di decisione ispirate anche a sufficiente consapevolezza del dato economico;

  • essere capace di migliorare e di organizzare autonomamente le proprie conoscenze.

L'istituto

Corsi